SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

Nelle pagine di questo piccolo blog
troverai le preghiere alla Santa Famiglia
composte dai Santi, dai Beati e dai Sommi Pontefici ...
Cliccando sulle etichette scoprirai invece i loro insegnamenti ...
A nome di Gesù, Maria e Giuseppe: benvenuto/a!

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Il mio ideale è la Santa Famiglia: Gesù, Maria e Giuseppe.
Questi tre santi Personaggi debbo amare e servire...
Oh, venga presto il giorno in cui la nostra Italia, e l'Europa, il mondo
non respiri altro che la Santa Famiglia, non veda altro che la Santa Famiglia,

non ami che la Santa Famiglia;
venga presto il momento in cui con la voce, con lo scritto, con le opere d'un cuore ardente
pubblicheremo per tutto le glorie della Santa Famiglia!
(Beato Pietro Bonilli)

My ideal is the Holy Family: Jesus, Mary, and Joseph.
These three holy Persons I must love and serve ...
Oh, may the day soon come when our Italy, and Europe, and the world
will breathe nothing but the Holy Family, will see nothing but the Holy Family,
will love only the Holy Family;
may the time come soon in which with the voice, with the writing, with the works of a flaming heart
we will publish all over the world the glories of the Holy Family!
(Blessed Peter Bonilli)


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Il mondo ridiventa pagano; per
questo Iddio ci addita la Sacra Famiglia,
onde nei suoi esempi trovar le armi contro questo spirito naturalistico,

che non vuol riconoscere più alcuna religione...
La stampa è una delle armi più potenti
in mano ai nemici della Chiesa per diffondere il male;
noi la useremo per difendere i più grandi valori della fede e della morale.
Tutti i Cattolici devono impegnarsi in questa battaglia
per la gloria di Dio ed il bene dell'umanità...
La Sacra Famiglia è di continuo dinanzi a noi,
e non respiriamo, non viviamo che per Essa.
Per questo siamo in continuo moto,
perché il suo Nome sia ovunque conosciuto e glorificato.

(Beato Pietro Bonilli)

The world is becoming pagan again;
for this reason God shows us the Holy Family,
in order to find in Its examples the arms we need against this nautralistic spirit
which does not want to recognize any religion...
The printed word is one ot the most powerful weapons
in the hands of the enemies of the Church used to spread this evil;
we will use it to defend the greatest values of faith and morals.
All Catholics must engage in this battle
for the glory of God and the good of humanity...
The Holy Family is constantly before us
and we do not breathe, do not live except for Them.
For this reason we are in constant motion,
because Their Name be everywhere known and glorified.
(Blessed Peter Bonilli)



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martedì 29 gennaio 2013

MISTERI GAUDIOSI - MEDITAZIONI TRATTE DAL MAGISTERO DI BENEDETTO XVI


1. L'annuncio dell'Angelo a Maria Vergine
e il "Sì" dei due Santi Sposi.
“Giuseppe, in perfetta sintonia con la sua Sposa,
accoglie il Figlio di Dio fatto uomo.
… Maria ha offerto la propria carne,
... il proprio sangue a Gesù
ed è divenuta tenda viva del Verbo.
… Preghiamo Maria, la nostra Madre,
perché ci dia il coraggio di pronunciare questo Sì,
e ci guidi al suo Figlio, alla vera Vita!”.

2. La visita di Maria Santissima a Santa Elisabetta.
“Dove giunge Maria è presente Gesù.
Chi apre il cuore alla Madre
incontra ed accoglie il Figlio
ed è invaso dalla sua gioia.
… MAI la vera devozione mariana offusca
o diminuisce la fede e l’amore per Gesù.
Al contrario, l’affidamento alla Madonna
è una via privilegiata,
sperimentata da tanti santi,
per una più fedele sequela del Signore.
A Lei, dunque, affidiamoci con filiale abbandono!
… Seguiamo ed imitiamo Maria!
… Accogliere Gesù e portarlo agli altri
è la vera gioia del cristiano.
… Non vi è niente di più bello che conoscere Lui
e comunicare agli altri l’amicizia con Lui!”.
 
3. La nascita di Gesù nella grotta di Betlemme
e la vita povera della Santa Famiglia.
“Dio si è fatto uomo in Gesù Cristo,
è nato da Maria Vergine.
… Maria e Giuseppe sono illuminati
dalla divina presenza del Bambino Gesù…
E’ il Creatore dell’universo,
ridotto all’impotenza di un neonato.
… Non temete, apritegli il cuore, accoglietelo!
E’ Lui a portare a tutti l’amore del Padre celeste.
… Il Redentore si fa uno di noi,
per esserci compagno sulle strade insidiose della storia.
… Possiamo allontanarci da Lui interiormente.
Possiamo vivere voltandogli le spalle.
Ma Egli ci aspetta sempre,
ed è sempre vicino a noi”.

4. La presentazione di Gesù Bambino al Tempio
e l’offerta della Santa Famiglia per la salvezza del genere umano.
“Chi è il Dio potente che entra nel Tempio?
È un Bambino; è il Bambino Gesù,
tra le braccia di sua Madre, la Vergine Maria.
… Cristo è il servo sofferente,
che ha donato se stesso in riscatto per molti.
Egli esorta i suoi discepoli, ciascuno di noi,
a prendere ogni giorno la propria croce
e a seguirlo sulla via dell’amore totale
a Dio Padre e all’umanità.
… Il Dio, che è divenuto agnello,
ci dice che il mondo viene salvato dal Crocifisso
e non dai crocifissori.
Se rimaniamo uniti a Lui,
allora porteremo frutto anche noi”.
 
5. Il ritrovamento di Gesù al Tempio
e la vita nascosta della Santa Famiglia nella Casa di Nazareth.
“Il silenzio di Giuseppe, uomo giusto,
e l’esempio di Maria,
che custodiva ogni cosa nel suo cuore
ci facciano entrare nel mistero
pieno di fede e di umanità della Santa Famiglia!
… Da sempre, il focolare formato
da Gesù, Maria e Giuseppe
è stato considerato una scuola
di amore, preghiera e lavoro.
… Nella semplicità della casa di Nazaret
vive il “resto” puro d’Israele,
dal quale Dio vuole far rinascere il suo popolo,
come un nuovo albero
che stenderà i suoi rami nel mondo intero,
offrendo a tutti gli uomini
frutti buoni di salvezza”.

giovedì 24 gennaio 2013

Dagli scritti di San Francesco di Sales (1567-1622)


“Maria è Madre di Dio e ottiene tutto;
è Madre degli uomini e tutto concede”

Dagli scritti di San Francesco di Sales (1567-1622)


“In ogni momento, in ogni circostanza,
facciamo appello a questa dolce Madre,
invochiamo il suo amore materno
e, facendo ogni sforzo
per imitare le sue virtù,
abbiamo per Lei un sincero cuore di figli!”

mercoledì 23 gennaio 2013

Dal Magistero di Leone XIII (1878-1903)


“Pensiamo essere sommamente convenevole
che il popolo cristiano si abitui a pregare
con singolare devozione e animo fiducioso
insieme alla Vergine Madre di Dio,
il suo castissimo Sposo San Giuseppe;
il che debba alla stessa Vergine tornare accetto e caro”.

Dal Magistero di Leone XIII (1810-1903)

“Per meglio rendere Iddio favorevole
alle nostre preci
e perché Egli, supplicato da più intercessori,
porga più rapido e largo soccorso alla sua Chiesa,
riteniamo che sia sommamente conveniente
che il popolo cristiano si abitui a pregare
con singolare devozione e animo fiducioso,
insieme alla Vergine Madre di Dio,
il suo castissimo sposo San Giuseppe:
il che abbiamo particolari motivi
di credere che debba tornare accetto e caro
alla stessa Vergine”.

Dagli scritti del Beato Bartolo Longo (1841-1926)

“Di qual purissimo amore
dovevamo amarsi questi vergini Sposi!

Più che Adamo ed Eva
nei primi giorni della loro innocenza,
Giuseppe e Maria formavano la delizia del Signore,
l’estasi degli Angeli nell’umile città di Nazaret.

Nazaret raffigurava l’Eden dei primi giorni della creazione:
tutto spirava santità, tutto era innocenza.

Maria aveva tutte le cure per San Giuseppe:
si informava dei gusti, del lavoro, dei bisogni di Lui,
badava che Egli non mancasse di niente.
Ubbidiva umilmente alle parole di Lui.

Che fortuna per San Giuseppe essere amato da Maria!
Udire quella voce che forma l’incanto del Paradiso!
Udir Maria parlare delle grandezze di Dio,
delle verità eterne,
della bellezza della virtù,
della felicità che si gode nell’amar Gesù e servirlo!
Che parole infuocate,
che dardi infiammati dovevano uscire
da quel Cuore più puro degli Angeli del Paradiso!

Beati coloro che hanno potuto udirle quaggiù!
Ma nessuno godè di questo privilegio quanto Giuseppe:
nel corso di trent’anni,
Egli poté raccogliere le sante parole
che uscivano dalla bocca della Sede della Sapienza
e rivelavano le intime glorie della Figlia del gran Re”.

Dagli scritti del Beato Bartolo Longo (1841-1926)

 
“I due Sposi vergini, Maria e Giuseppe”

San Giuseppe fu eletto da Dio
consorte dell’Immacolata.
La divina Provvidenza dispose lo Sposalizio
di Maria Vergine con San Giuseppe per quattro ragioni.

La prima ragione fu per difendere
la verginità e l’onore di Maria.
Egli doveva guardare, quale Angelo del Cielo,
la verginità di Maria;
ed in pari tempo, come dice San Tommaso,
Iddio voleva difendere l’onore di sua Madre,
affinché nessuno potesse pensare male di Lei.

La seconda fu affinché la Vergine
avesse chi la sostentasse,
la servisse nei suoi travagli
e l’accompagnasse nel suo pellegrinare.

La terza ragione fu perché questo Sposalizio
servisse alla Sapienza di Dio
come mezzo per occultare al demonio
il gran Mistero dell’Incarnazione del Verbo
e il prodigio di un Figlio concepito da Madre vergine,
sino al tempo destinato a scoprirlo.

San Giuseppe rispose fedelmente
a questi disegni del Signore,
e fu interamente distaccato dalle sue passioni.

Ma vi fu ancora una quarta ragione,
che è di gran conforto a tutti i devoti
del giusto e santo Patriarca:
aver voluto Iddio onorare San Giuseppe,
innalzandolo alla dignità di Sposo della Madre di Dio
e Custode dello stesso suo Figliolo.
Allora Dio discese visibilmente nel mondo,
quando trovò un uomo vergine
che fosse degno di sposare la Vergine delle vergini.

E Maria, la più pura tra le creature,
per rivelazione di Dio,
fu sposata all’uomo più giusto,
che mai avrebbe violato
il dono della sua verginità fatto a Dio.

Ella ubbidiva prontamente e posava
i suoi occhi immacolati su Giuseppe, autentico giglio.
Giuseppe a sua volta volgeva il suo sguardo a Maria.
Erano due purissimi gigli
che levavano un unico profumo dalla Terra al Cielo.


 

mercoledì 16 gennaio 2013

Dal Magistero di Papa Giovanni XXIII (1881-1963)

“Nei casi difficili, io mi rivolgo a San Giuseppe,
ed Egli sempre mi ascolta”

Dal Magistero di Papa Giovanni Paolo II (1920-2005)

San Giuseppe è stato chiamato da Dio
a servire direttamente la persona
e la missione di Gesù
mediante l'esercizio della sua paternità:
proprio in tal modo egli coopera
nella pienezza dei tempi
al grande mistero della Redenzione
ed è veramente ministro della salvezza 

martedì 8 gennaio 2013

Dagli scritti di San Massimiliano M. Kolbe (1894-1941)


“Rivolgiti spesso all’Immacolata
nelle difficoltà e in qualsiasi necessità.
Intrattieniti spesso con l’Immacolata,
conversa spesso con Lei,
soffermati spesso a tu per tu con Lei,
e diverrai sempre più simile a Lei”


Dagli scritti di San Massimiliano M. Kolbe (1894-1941)


“Colui che cade in peccato, sprofonda nel vizio,
disprezza le grazie divine,
non bada più ai buoni esempi degli altri,
non fa attenzione alle ispirazioni salutari
e si rende indegno di ricevere altre grazie,
costui deve forse disperare?

No, giammai!

Infatti, egli ha una Madre che gli è stata data da Dio,
una Madre che segue con cuore tenero
ogni sua azione, ogni sua parola, ogni suo pensiero.

Ella è soltanto Madre di misericordia,
perciò si affretta ad accorrere,
anche se non é affatto invocata,
dove si manifesta in modo più grave la miseria delle anime.

Anzi, quanto più l’anima si è deturpata con il peccato,
tanto più si manifesta in Lei la Misericordia divina,
di cui l’Immacolata è la personificazione”.


domenica 6 gennaio 2013

Dagli scritti di San Pio da Pietrelcina (1887-1968)


I Magi non risparmiano fatiche
per far conoscere ed amare
Colui che con l'influsso della grazia
aveva conquistato i loro cuori.

Dal Magistero di Benedetto XVI


La stella li guidò allora a Betlemme,
una piccola città;
li guidò tra i poveri, tra gli umili,
per trovare il Re del mondo.

I criteri di Dio sono differenti da quelli degli uomini;
Dio non si manifesta nella potenza di questo mondo,
ma nell’umiltà del suo amore,
quell’amore che chiede alla nostra libertà
di essere accolto per trasformarci
e renderci capaci di arrivare a Colui che è l’Amore.

Dagli scritti del Servo di Dio don Dolindo Ruotolo (1882-1970)


“I Magi non videro nulla di straordinario,
ma videro ciò che era immensamente straordinario
da ferire l’anima d’amore:
videro Maria col suo Bambino divino
e furono talmente colpiti dalla santità della Madre
e dalla maestà del Figlio
che si prostrarono e lo adorarono,
non a mo’ di saluto,
perché non avrebbero potuto salutare un infante,
ma lo adorarono come Re e come Dio,
e gli offrirono doni,
come soleva farsi ai re,
e doni particolari che si addicevano al Redentore:
l’oro, l’incenso e la mirra.

Con l’oro lo riconobbero Re,
con l’incenso lo confessarono Dio,
con la mirra riconobbero la sua condizione di Vittima”

Dagli scritti del Can. don Paolo Bonaccia (1838-1894)


LA SANTA FAMIGLIA ONORATA DAI RE MAGI

Mai vi furono oro e incenso
meglio impiegati di quelli dei Magi.

L’offerta dei Magi fu il tributo più adeguato
che la creatura potesse porgere al Creatore
in ossequio al supremo dominio di Dio,
e che un cuore credente potesse umilmente donare
al suo Redentore, in osservanza alla fede.

I Re della Terra non seppero, 
né sapranno mai dispensare i loro tesori
in un’opera così santa e benefica,
tale da equiparare la nobile offerta dei Magi;
poiché non vi fu, né vi sarà mai mano più ammirevole in chi dona,
o dignità più sublime in chi riceve.

Re fortunati, che sapeste fare il miglior uso
delle vostre ricchezze e dei vostri aromi!

Maria e Giuseppe, con volto lieto e animo grato,
ricevono dai Magi il triplice dono;
in cambio porgono loro il divino Fanciullo da baciare
e li congedano con la loro benedizione
e con quella del Figlio di cui si fanno interpreti.
Gran sorte quella dei Magi di avere per primi
la benedizione della Sacra Famiglia, 
che riportarono nei regni d’Arabia e di Caldea!

E Maria e Giuseppe quale uso fecero dei doni dei Magi?
Secondo una pia tradizione, li divisero in tre parti,
donando la prima al Tempio di Gerusalemme
e al Sacerdote che presiedeva alla Sinagoga di Betlemme:
poiché quei doni erano stati consacrati dai Magi al culto di Dio,
anche Maria e Giuseppe li vollero offrire al culto divino.
Così la Sacra Famiglia insegna il primo modo
in cui dobbiamo spendere le nostre sostanze:
offrire a Dio le primizie dei nostri beni…

Maria e Giuseppe diedero ai poveri
la seconda parte del dono dei Magi.
I santissimi genitori di Gesù 
amavano aiutare spesso i bisognosi,
preferendo donare qualche offerta attraverso le mani stesse di Gesù.
L’Infante celeste era l’elemosiniere della Santa Famiglia:
Egli gioiva nello stendere le sue tenere mani
per soccorrere i poveri con un sorriso da Paradiso,
poiché in loro amava contemplare 
l’immagine di se stesso.
Quante volte, è da credersi,
la Santa Famiglia si è privata del cibo necessario 
per donarlo ai mendici!
E se qualche affamato fu ammesso 
alla sobria mensa di Nazareth,
quale giorno di Paradiso avrà trascorso fra i Tre!

E quanto volentieri anch’io avrei bussato
alla porta della Casa Nazarena
per ottenerne anche un solo tozzo di pane avanzato
a Gesù, a Maria o a Giuseppe!
E se la povertà non avesse permesso loro
di donarmi neppure un avanzo della mensa,
mi sarei sommamente contentato di sentirmi dire,
con una grazia celestiale:
“Va con la pace del Signore, con la benedizione del Cielo e nostra,
poiché non abbiamo altro da darti”.
Anzi, io immagino che quando la povertà
impedì alla Sacra Triade di soccorrere il povero,
essi ne piansero soavemente, 
spargendo lacrime compassionevoli ...

La terza e ultima parte dei doni dei Magi
fu riservata da Maria e da Giuseppe alle necessità familiari.
Probabilmente si servirono di quel tesoro
per far fronte alle spese del loro viaggio in Egitto
e per provvedere al necessario
nel soggiorno in quella terra idolatra.

... Noi ammiriamo, o Famiglia santissima,
l’ottimo uso che facesti dei ricchi doni dei Magi.
Voi, o augusti Personaggi, benché poveri,
non voleste serbare tutti per voi i tesori offerti
ma, con eroico esempio di distacco dai beni terreni,
voleste consacrarne al Santuario e al Tempio la parte migliore;
con un atto generoso d’amorevole carità,
donaste ai poveri la seconda parte
e vi riservaste l’ultima,
confidando assai più nella Provvidenza divina che nei beni effimeri.

Quando avverrà che le famiglie cristiane
impareranno da voi l’uso santo
che devono fare dei beni e delle ricchezze?
Quando non vi attaccheranno il cuore
e non vi dedicheranno i pensieri e la vita?
Quando se ne serviranno come il viandante in un albergo
fa uso della mensa, dei vasi, dei mobili,
sempre pronto a lasciarli  
e mai con l’animo a goderli stabilmente?

O Gesù, Maria e Giuseppe, insegnate a tutti
a riconoscere nei doni ricevuti il celeste Donatore,
offrendo a lui un degno tributo;
a crearsi, mediante le elemosine, degli amici in Cielo;
ad usare dei beni 
come se in ogni istante  dovessero spogliarsene,
poiché sta scritto che quando l’uomo morrà
non si porterà con sé alcuna cosa,
né la gloria e le ricchezze scenderanno  con lui nel sepolcro,
ma solo le opere buone lo accompagneranno
alla casa della sua eternità …